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Corte di Cassazione italiana, Sez. VI Penale, N. 11251/2010, 21 Ottobre 2010

Abstract

Ricorso contro condanna per reato di abuso di mezzi di correzione e disciplina, vittima la figlia dell’imputata. Fattori culturali che hanno influito sulla commissione del reato.

Riferimenti normativi

Art. 2 Costituzione italiana
Art. 3 Costituzione italiana
Art. 571 codice penale italiana

Massima

In tema di abuso di mezzi di correzione e disciplina, di cui all’art. 571 c.p., integra la fattispecie criminosa l’uso in funzione educativa del mezzo astrattamente illecito, sia esso di natura fisica, psicologica o morale, che trasmodi nell’abuso sia in ragione dell’arbitrarietà o intempestività dalla sua applicazione, che dell’eccesso nella misura. Tale condotta, nel caso di specie, non può essere scriminata dall’esigenza di tosare la figlia recalcitrante, posto che la madre, indipendentemente dal suo luogo di provenienza e ambito culturale, aveva inteso proseguire nelle sue operazioni particolarmente pericolose proprio per affermare la sua autorità sulla piccola.

(Nel caso di specie l’imputata, oltre ad aver aggredito verbalmente la figlia, l’ha percossa e tosata con la forza di fronte al suo rifiuto: la bambina, infatti, presentava segni di percosse alle gambe e ferite sul cuoio capelluto, provocate dal taglio indiscriminato di capelli con forbici da cucina. La difesa aveva contestato la mancata valutazione del contesto culturale di provenienza dell’imputata, originaria della Nigeria, Paese con regole educative diverse da quelle italiane.)