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Vona c. Ungheria, N. 35943/10, Corte EDU (Seconda Sezione), 9 luglio 2013

Abstract

Scioglimento di un’associazione e/o di un movimento politico. Raduni anti-Rom e cortei paramilitari. Intimidazione razzista nei confronti di cittadini di etnia Rom.

Riferimenti normativi

Art. 11 CEDU

Massima

1. Le autorità nazionali sono legittimate ad adottare misure preventive anche nei confronti di enti non partitici, qualora il rischio sufficientemente imminente di un pregiudizio ai diritti altrui minacci di ledere i valori fondamentali di una società democratica.

2. Analogamente ai partiti politici, la messa al bando di un’associazione e di un movimento le cui manifestazioni promuovano discorsi o qualsiasi altra forma di razzismo, xenofobia o intolleranza etnica non integra una violazione della Convenzione. Lo scioglimento dell’ente rappresenta l’unica misura idonea a rimuovere in concreto tale minaccia laddove, per effetto della presenza intimidatoria di un gruppo organizzato di attivisti, le manifestazioni si spingano oltre il limite della mera espressione di un’idea disturbante o offensiva protetta ai sensi della Convenzione, risultando dunque in contrasto con i principi di pluralismo e tolleranza in una società democratica.

3. La dimostrazione, da parte degli attori politici, della capacità e volontà di organizzare forze paramilitari va oltre l’utilizzo di mezzi pacifici e leciti per esprimere opinioni politiche. Quando, alla luce dell’esperienza storica, il ricorso da parte di un’associazione a manifestazioni paramilitari che esprimano divisione razziale e implicitamente sollecitino un’azione a sfondo razziale ha un effetto intimidatorio nei confronti dei componenti di una determinata minoranza, lo Stato è legittimato a proteggere i diritti dei membri dei gruppi presi di mira.

(Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto legittimo ai sensi della Convenzione lo scioglimento di un’associazione e di un movimento coinvolti nell’organizzazione di cortei di natura paramilitare e di raduni a difesa della cultura e delle tradizioni ungheresi contro la cosiddetta “criminalità zingara” in diverse parti del paese, e in particolare in località ad elevata densità di comunità Rom).