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Giurisprudenza in evidenza

Una raccolta, ordinata per anni, delle pronunce di maggior rilievo in materia di pluralismo

Gerald E. Groff v. Louis DeJoy, Postmaster General

Gerald E. Groff v. Louis DeJoy, Postmaster General

La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America torna sul Titolo VII del Civil Rights Act del 1964, che vieta la discriminazione sul luogo di lavoro basata anche sulla religione.  

 

Gerald Groff era un dipendente in servizio presso le Poste degli Stati Uniti, assunto secondo un contratto di lavoro che prevedeva che non fosse tenuto a lavorare di domenica. A seguito di un accordo intervenuto tra le Poste statunitensi e Amazon, sotteso a regolare e garantire la consegna domenicale dei pacchi da parte del gigante dell’e-commerce, Groff non ha più potuto astenersi dal lavoro domenicale: le Poste dapprima erano riuscite ad organizzare una turnazione tale da garantire il riposo domenicale a Groff; successivamente, tuttavia, la turnazione era venuta meno e, a fronte del rifiuto del lavoratore di prestare servizio la domenica, le Poste avevano proceduto a sanzionare il dipendente costringendolo, in ultima analisi, a dimettersi.

 

Secondo il Titolo VII, i datori di lavoro sono obbligati ad accomodare le pratiche religiose dei loro dipendenti, se ciò non rappresenti un “indebito ostacolo” (c.d. undue hardship) per la loro attività. In questo caso, cioè in presenza di 600.000 dipendenti disponibili a turnarsi e lavorare di domenica, la Corte ha emesso una sentenza unanime in favore del ricorrente.

Il Titolo VII richiede che al datore di lavoro che nega una religious accommodation di dimostrare l’esistenza di un sostanziale aumento dei costi, non essendo sufficiente l’argomentazione per cui costringere gli altri dipendenti a fare degli straordinari integra la nozione di undue hardship

 

(Commento a cura di Tania Pagotto)