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Giurisprudenza in evidenza

Una raccolta, ordinata per anni, delle pronunce di maggior rilievo in materia di pluralismo

Corte Suprema del Regno Unito (United Kingdom Supreme Court), Reference by the Attorney General for Northern Ireland - Abortion Services (Safe Access Zones) (Northern Ireland) Bill, [2022] UKSC 32, 7 dicembre 2022

Corte Suprema del Regno Unito (United Kingdom Supreme Court), Reference by the Attorney General for Northern Ireland - Abortion Services (Safe Access Zones) (Northern Ireland) Bill, [2022] UKSC 32, 7 dicembre 2022

L’Abortion Services (Safe Access Zones) (Northern Ireland) Bill, approvato il 24 marzo 2022, ha lo scopo principale di garantire il diritto della donna ad accedere ai servizi sanitari offerti per praticare legittimamente l’interruzione di gravidanza, tema storicamente controverso in Irlanda del Nord.  

 

In particolare, l’Art. 5(2)(a) del Bill designa e regola lo status delle cc.dd. “safe access zones”, una fascia di 100 metri che corre lungo tutto il perimetro delle cliniche in cui i servizi di IVG sono offerti. In queste “zone tampone”, dunque, diviene sanzionato penalmente ciò che altrove sarebbe invece legittimo, andando a colpire qualunque atto compiuto “con l'intento di o incurante del fatto che abbia l’effetto di influenzare, direttamente o indirettamente, una persona” che si appresta ad accedere nella clinica. In altre parole, il Bill intende affrontare la questione, non nuova peraltro, delle proteste e delle manifestazioni antiabortiste organizzate fuori da ospedali, cliniche e case di cura, con lo scopo (anche) di dissuadere le donne dall’accedere ai servizi di IVG.

 

Su impulso dell'Attorney General for Northern Ireland, che ha deferito il caso, la Corte Suprema si è pronunciata sul rispetto, da parte delle “safe access zones” disciplinate dall’Art. 5(2)(a), di alcune disposizioni della Convenzione EDU che proteggerebbero la libertà religiosa, la libertà di manifestazione del pensiero, e la libertà di riunione dei manifestanti antiabortisti, libertà fondamentali rispettivamente garantite dagli Artt. 9, 10 e 11 CEDU.

La Corte Suprema, respingendo tutte le censure sollevate, ha statuito che il diritto di accedere ai servizi di IVG, sancito per legge attraverso i procedimenti della democrazia, non può essere ostacolato o compromesso dalle rivendicazioni degli oppositori: “un sistema giuridico che permettesse a coloro che hanno perso il dibattito politico di minare la legislazione che consente l’aborto, facendo leva sulla libertà di coscienza, di espressione e di riunione, in pratica allineerebbe la legge ai valori degli oppositori della riforma e priverebbe le donne della protezione dei diritti che sono stati sanciti per legge” (par. 156).

 

(Commento a cura di Tania Pagotto)