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Una raccolta, ordinata per anni, delle pronunce di maggior rilievo in materia di pluralismo

Consiglio di Stato francese (Conseil d’État), n. 464648, 21 giugno 2022

Consiglio di Stato francese (Conseil d’État), n. 464648, 21 giugno 2022

Il Conseil d’État francese si è pronunciato sul primo caso di déféré-laïcité e ha confermato la legittimità della sospensione di un Regolamento comunale che permetteva l’uso del “burkini” nelle piscine pubbliche.

 

A maggio 2022 la città di Grenoble ha emanato un nuovo Regolamento recante alcune disposizioni relative alla gestione delle piscine comunali, il cui Art. 10 disciplinava l’abbigliamento consentito all’interno dei locali e, in particolare, imponeva che gli indumenti fossero aderenti al corpo, per soddisfare le esigenze di igiene e sicurezza. Al tempo stesso, prevedeva una deroga per quegli indumenti larghi che non superassero la metà della coscia, permettendo in questo modo l’uso del c.d. “burkini”.

 

Il 25 maggio 2022, il Tribunale amministrativo di Grenoble ha sospeso l’efficacia del nuovo Regolamento, ritenendo che l’Art. 10 minasse gravemente i principi di laicità e neutralità dei servizi pubblici; il comune, dunque, si era rivolto al Consiglio di Stato, presentando un ricorso avverso la sentenza del Tribunale.

Il caso costituisce la prima attivazione dell’istituto del déféré-laïcité, introdotto dall’Art. 5 della Legge n. 2021-1109 del 24 agosto 2021 e caratterizzato per la possibilità di adire il tribunale amministrativo (o altro giudice designato) al fine di ottenere, entro 48 ore, la sospensione dell’efficacia di un atto o di un provvedimento amministrativo che pregiudichi gravemente i principi repubblicani della laïcité e della neutralità dei servizi pubblici.

 

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che l’adeguamento del Regolamento delle piscine, disposto dal comune di Grenoble per consentire l'uso del “burkini”, esentasse una determinata categoria di utenti da una norma di applicazione generale e comune, che era stata adottata per motivi di igiene e sicurezza. Il corretto funzionamento dei servizi pubblici, invece, non consente deroghe al diritto comune se non per concrete e impellenti giustificazioni; inoltre, l’Art. 1 della Costituzione francese vieta di invocare le convinzioni religiose per eludere l’applicazione delle norme che regolano i rapporti tra autorità pubbliche e privati cittadini.

Per questi motivi, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della città di Grenoble, ritenendo che la deroga sull'uso di costumi da bagno aderenti, contenuta nel Regolamento e formulata per accomodare un’esigenza prettamente religiosa, rechi danno al corretto funzionamento dei servizi pubblici e alla parità di trattamento degli utenti.

 

(Commento a cura di Tania Pagotto)