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Focus

Uno sguardo d’insieme su alcune tematiche di specifico interesse per il pluralismo

La segregazione religiosa nelle scuole dell’Irlanda del Nord

La segregazione religiosa nelle scuole dell’Irlanda del Nord

L’Irlanda del Nord è una nazione con un’identità religiosa tradizionalmente conflittuale. Come noto, forti tensioni tra protestanti e cattolici hanno colpito per molti anni il Paese, sfociando in violenti conflitti armati che hanno portato moltissime vittime.

 

Alle origini del conflitto, la contrapposizione tra la maggioranza unionista, per lo più protestante, desiderosa di rimanere parte del Regno Unito, e la minoranza nazionalista, intenzionata ad unirsi alla Repubblica d'Irlanda, ha alimentato forti tensioni tra i due gruppi religiosi determinando sistematiche discriminazioni dei cattolici nei più diversi contesti, dal lavoro, al sistema giudiziario penale, all’attribuzione degli alloggi e alle pratiche elettorali scorrette.

Le tensioni esplosero alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, quando i cattolici si opposero alle discriminazioni subite iniziando una campagna che trovò un’aspra resistenza da parte dei protestanti e portò al crollo dell’ordine pubblico e alla riemersione dell’Esercito Repubblicano Irlandese (IRA), organizzazione paramilitare che aveva il dichiarato obiettivo di riunire le parti dell'isola sotto la bandiera della Repubblica d'Irlanda.

L'esercito britannico fu inviato per ristabilire l'ordine nel 1969 e pochi anni dopo si giunse alla caduta del governo e allo scioglimento del parlamento dell'Irlanda del Nord da parte del governo britannico, che riassunse il controllo del territorio. La violenza, però, continuò a manifestarsi fino al 1998, quando, con la firma dell'Accordo di Belfast, detto anche Accordo del Venerdì Santo, si stabilì che l'Irlanda del Nord sarebbe rimasta parte del Regno Unito, finché la maggioranza dei cittadini nord irlandesi lo avesse voluto.

L’impegno della creazione di istituzioni proporzionali, cooperative e consensuali convinse le forze paramilitari a porre fine alle loro campagne, che avevano portato alla morte di più di 3.000 persone. Tuttavia, nonostante l'accordo di pace, l'Irlanda del Nord continua a essere divisa a causa delle barriere educative, abitative e sociali tra i gruppi religiosi che compongono e dividono una società che non si è ancora adattata alla nuova realtà di pace.

 

Il contesto in cui, più di ogni altro è ancora chiaramente percepibile la tensione segregazionista è quello scolastico, che, a lungo, è stato caratterizzato (e lo è ancora) da una significativa separazione degli studenti in base alla propria appartenenza religiosa. In particolare, i bambini che provengono da famiglie cattoliche frequentano scuole gestite dalla Chiesa cattolica, mentre i bambini protestanti frequentano le c.d. controlled schools che, seppure sotto il controllo e la gestione statale, mantengono forti collegamenti con le chiese evangeliste.

L'Education Reform Order del 1989 introdusse, inoltre, una nuova categoria di scuole: le scuole integrate, il cui obiettivo principale era quello di fornire un ambiente religiosamente misto, in grado di attrarre un numero ragionevole di alunni sia cattolici che protestanti. Di fatto, però, piuttosto che muoversi per la costruzione di questa nuova categoria di scuole, il governo optò per la progressiva conversione delle scuole esistenti in scuole integrate, che, però, si realizzò in modo del tutto marginale.

 

Nelle scuole nord-irlandesi, l’insegnamento religioso è dunque legato all’origine confessionale delle scuole stesse e, se nelle scuole cattoliche viene trasmesso un insegnamento confessionale, cattolico, nelle controlled schools, che ormai, di fatto, sono scuole pubbliche, l’insegnamento della religione è basato sulle Sacre scritture e improntato alla trasmissione dei valori della religione cristiana. Di tal guisa, appare evidente non solo la difficoltà di favorire una reale integrazione nelle scuole pubbliche tra bambini cattolici e protestanti, ma anche di consentire l’inclusione degli studenti con un diverso credo religioso e provenienti da famiglie atee.

 

E’ chiaro che si tratta di un modello ben lontano da quello di un insegnamento oggettivo, neutrale, pluralistico che la giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha più volte considerato l’unico coerente con il dettato convenzionale (in particolare con il diritto alla libertà religiosa e il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni filosofiche e religiose).

In particolare, dal caso Folgero e altri contro Norvegia, al più recente Papageorgiou e altri contro Grecia, la Corte di Strasburgo ha sempre individuato nell’indottrinamento il limite insuperabile dagli Stati contraenti, pur dotati di un ampio margine di apprezzamento, nell’organizzare i curriculum scolastico e, in particolare, l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche. La mancanza di ogni imposizione ideologica nell’insegnamento religioso impartito nella scuola pubblica verrebbe garantita solo da lezioni improntate al fornire nozioni sulla religione in modo oggettivo e neutrale e non già a trasmettere i valori di una determinata religione presentandoli come verità assoluta.

 

In tale contesto nazionale e sovranazionale, è di recente intervenuta la Corte Suprema dell’Irlanda del Nord, rilevando la necessità di una riconsiderazione del piano di studi di base e della legislazione in tema di insegnamento della religione, chiarendo, in particolare, che il Department of Education dovrebbe assicurarsi che le disposizioni per l'insegnamento dell'educazione religiosa e, in particolare, della religione cristiana, in Irlanda del Nord siano conformi alle prescrizioni dell'art. 2P1 e dell'art. 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

La necessità di adeguarsi agli standard sovranazionali e, in particolare, alle indicazioni provenienti dalla giurisprudenza CEDU sta influenzando in modo significativo l’orientamento della giurisprudenza e della legislazione nordirlandese. Il problema dell’insegnamento religioso, che finisce per determinare la segregazione scolastica degli studenti in base al proprio credo, trascinando una conflittualità ormai radicata nelle società nordirlandese, potrebbe essere finalmente in via di risoluzione.

 

(Focus a cura di Nadia Sima Spadaro)

 

Bibliografia essenziale:

 

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D. Armstrong, Schooling, the Protestant churches and the state in Northern Ireland: a tension resolved, in Journal of beliefs and values, vol. 38, 2017, 89-104.

 

P. Barnes, The character of Controlled schools in Northern Ireland: A complementary perspective to that of Gracie and Brown, in International Journal of Christianity and Education, 2021, 337 e ss.

 

G. Byrne, P. Mckeown, Schooling, the churches and the state in Northern Ireland: a continuing tension?, in Research papers in education, 1998, 319 e ss.

 

J. Darby, Conflict in Northern Ireland: a background essay, in S. Dunn (a cura di), Facets of the conflict in Northern Ireland, Londra 1995, 15 e ss.

 

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K. Schiaparelli, Divided society, divided schools, divided lives: the role of education in creating social cohesion in Northern Ireland, in Clocks and clouds, 2015, vol. 6, n. 1, 1 e ss.